Gen Z: la generazione che sta cambiando per sempre il mondo della moda

Come le nuove generazioni stanno influenzando il settore della moda?
Che ispirazione portano a livello di progressi tecnologici in nome della sostenibilità?

Ce lo racconta
Epson, leader tecnologico presente oggi anche nel mondo del Fashion

Ogni generazione ha vissuto un momento che ha cambiato il mondo: la generazione “silenziosa” ha assistito alla Seconda Guerra Mondiale, i Baby Boomers allo sbarco sulla Luna, i Millennial alla crisi finanziaria globale. Anche la Gen Z, la cosiddetta "generazione dirompente", oggi deve scontrarsi con un grande cambiamento, quello climatico: un pericolo che ormai è una realtà e che è alla base della nascita di diversi gruppi e movimenti ambientalisti formati da giovani (e non solo) che ogni giorno lottano per sensibilizzare l’intera società.

Oltre alla lotta per un maggiore utilizzo di energie rinnovabili, per la riduzione degli sprechi e della plastica e a quella per incentivare l’utilizzo di mezzi elettrici, la Gen Z si è schierata in modo deciso a favore di un'industria della moda più sostenibile. Questa battaglia, come le altre, è combattuta soprattutto attraverso i social media: è qui che da sempre i nativi digitali hanno deciso di smascherare le operazioni di "greenwashing" nel settore del tessile, consapevoli del fatto che circa il 40% delle dichiarazioni ambientali fatte dai brand potrebbero essere fuorvianti.

Con la Gen Z che oggi ha raggiunto livelli di età e di reddito tali da poter applicare i propri valori e le proprie convinzioni ecologiche al proprio guardaroba, il low cost non è più chic: il fast fashion può essere sì veloce e conveniente, ma le ricerche dicono che solo il 34% delle nuove generazioni vede i brand che applicano questi principi in modo positivo. Così, abbiamo assistito a un calo dei profitti per le aziende che producono fast fashion e praticano operazioni di puro greenwashing a partire dalla fine del 2022 e oggi i brand si trovano ad affrontare una crescente pressione per abbandonare le etichette "sostenibili" e rispondere invece al vero cambiamento richiesto: se la Gen Z funge da potente catalizzatore, la tecnologia è la vera scintilla che accende questa trasformazione.

Sono quindi proprio i brand, oggi, che cercano la strada migliore per entrare in contatto con questa generazione: quello della moda è un settore che si basa sempre più su ciò che accade sui social media, sulle tendenze e sul senso di urgenza dei nuovi consumatori, creando spesso limited edition pensate per stimolare le vendite. Tuttavia, questo ha portato a un circolo vizioso di sovrapproduzione e consumo eccessivo, tanto che la moda è diventata una delle industrie maggiormente inquinanti, generando ogni giorno più rifiuti di abbigliamento di quanti ne possa contenere l'Empire State Building. Ogni giorno, la Gen Z si dimostra coerente con se stessa: più del 50% acquista esclusivamente da brand che riflettono ciò che gli sta a cuore, ovvero la sostenibilità, diffidando da quelli che non lo fanno.

“E’ così che la pressione di questa generazione sta portando i brand a cambiare le proprie best practice: alcuni stanno abbracciando la strada dell'abbigliamento vintage e second hand, mentre altri considerano di investire in nuove tecnologie sostenibili” commenta Paolo Crespi, Commercial Director di Epson. “Epson ha l’obiettivo di supportare gli sforzi dei brand con tecnologie volte a innovare anche altri processi dell'industria tessile (per arrivare all’obiettivo zero acqua) come già fatto per la stampa, in modo da rendere l’intero ciclo più sostenibile”.

“Questi cambiamenti sono ancora in fase iniziale, ma la Gen Z sta dimostrando che la moda sostenibile può essere sia elegante che redditizia”, ha continuato Paolo Crespi. “Se l'industria della moda vuole conquistare i nuovi consumatori, non deve più solo comprendere le loro esigenze di stile ma soprattutto abbracciare la sostenibilità: sono i brand che oggi agiscono in questo modo quelli che domani saranno in grado di emergere”.